Breve storia del microonde
Come nella maggior parte dei casi il microonde appartiene a quelle scoperte avvenute per caso.
Ci troviamo nel 1945 quando l’ingegnere americano Percy Spencer ebbe la sua illuminazione. Stava lavorando nel proprio laboratorio avendoci davanti un magnetron di un radar e notò che una tavoletta di cioccolata che aveva in tasca si era sciolta.
Allora cosa fece, mise accanto al magnetron dei semi di mais, quelli dei popcorn per intenderci e rimase felicemente sorpreso di fronte alla scena che si apriva di fronte ai suoi occhi: i semi scoppiavano in tutto il laboratorio!
Così la volta successiva provò con il mettere un uovo e questo esplose. Spencer capì che i fenomeni osservati erano da attribuire all’effetto delle microonde.
Funzionamento del forno a microonde
Il primo forno a microonde risale al 1947, era robusto, di grandi dimensioni e per stemperarlo veniva raffreddato con dell’acqua.
Il costo era esagerato: costava più di una macchina di grossa cilindrata. Nel 1955 fu costruito invece il primo modello adatto ad un uso casalingo. Ovviamente nel tempo il funzionamento si è andato sempre più ad affinare, venendo incontro a tutte le nostre possibili esigenze.
Come agiscono le “microonde”?
Partiamo con il dire che le molecole di acqua hanno una forma allungata e le loro estremità sono presentano cariche di segno opposto.
Queste inserite in un campo elettrico, tendono a ruotare “stendendosi” nella direzione del campo. Se il campo inverte il suo verso con una specifica frequenza, le molecole sono costrette a oscillare con la stessa frequenza.
Durante questo movimento continuo le molecole si urtano e l’energia dovuta al movimento si traduce in aumento di temperatura. Quindi accade che le molecole di acqua assorbono l’energia delle microonde e di conseguenza l’acqua raggiunge il suo punto di ebollizione in pochissimo tempo.
Il fenomeno è veloce e permette una cottura omogenea, non solo di superficie.
Elementi costitutivi di un forno a microonde
Cinque sono gli elementi di base che costituiscono un microonde:
- Il magnetron,
- Un circuito elettrico di alimentazione che si occupa anche della gestione del magnetron,
- Un’onda di guida,
- Una ventola di raffreddamento,
- Il vano di cottura.
Il magnetron produce un flusso di microonde, con potenza che intercorre tra i 400 e i 1000 W, guidato all’interno della cavità di cottura dall’onda guida. Le microonde vengono riflesse dalle pareti del forno e dalla piastra di base, muovendosi all’interno come impazzite.
Questo è dovuto al fatto che le molecole che compongono gli alimenti sono dipoli, ovvero le due estremità sono caricate con segno opposto, quindi inserite nel campo elettrico delle microonde sono costrette a vibrare e ad oscillare generando calore.
Come definiamo le microonde?
Le microonde sono delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza. All’interno della cavità del forno sono chiuse ermeticamente e non possono attraversare lo sportellino perché di materiale isolante.
Il meccanismo di chiusura dello sportello è dotato di speciali interruttori che fermano subito il funzionamento del magnetron in caso di apertura. Dopo aver scelto e avviato la potenza, il magnetron comincia ad emettere le microonde.
Potenza del microonde
Ogni microonde presenta un massimo di potenza e grazie ad un selettore specifico possiamo regolarla come più preferiamo per cucinare nel modo più corretto e ottimale le nostre pietanze. Questo selettore invia al magnetron il comando di spegnersi tramite il microprocessore al raggiungimento della potenza impostata, tramite una tecnica che viene chiamata modulazione di larghezza di impulso.
In conclusione
Possiamo dire che il microonde è senz’altro il nostro alleato perfetto in cucina. Un connubio unico tra rapidità di cottura e qualità di quest’ultima, permettendoci di servire sulla nostra tavola piatti piacevoli da gustare in pochissimo tempo, differenziandosi così da un forno tradizionale.